Tante persone per dare l’ultimo saluto a Mauro Pistolesi

inserita il: 27/09/2024 14:11

Tante persone per dare l’ultimo saluto a Mauro Pistolesi

Sono state davvero tante le persone che Giovedì 26 Settembre hanno voluto tributare l'ultimo saluto a Mauro Pistolesi, Presidente dell’Auser Calcinaia, che si è spento martedì scorso nella sua casa a Fornacette.

Tutti i volontari dell’Auser, i parenti, le istituzioni, gli amministratori e gli ex amministratori, i rappresentanti delle associazioni, gli amici si sono dati appuntamento al Centro M. Montessori  dove il feretro è stato esposto per la commemorazione.

La cerimonia, come Mauro avrebbe certamente desiderato, è stata semplice.

Un microfono a disposizione per tutti coloro che hanno voluto e avuto la forza di ricordare un uomo che ha speso la sua vita per dare testa, braccia e gambe alla parola “comunità”.

Numerosi gli interventi tra cui corre l’obbligo di citare quello dell’On. Marco Filippeschi (letto da Marta Perini vista l’impossibilità di quest’ultimo a prendere parte alla commemorazione) e quelli di Lucia Lupi dell’Auser locale, di Cinzia Bogino in rappresentanza dello SPI CGIL, di Carla Cocilova Vicesindaco del Comune di Pontedera e del nipote che ha reso omaggio al nonno presentandosi nell’alta uniforme degli scout.

Interventi commoventi che, insieme ad altri che si sono susseguiti, hanno provato a tratteggiare la figura Mauro, quella di un uomo appassionato, di grande esperienza e di fermi valori che non si è mai tirato indietro di fronte ad ogni sfida della vita.

A chiudere la commemorazione è stato il ricordo accorato del primo cittadino del Comune di Calcinaia, Cristiano Alderigi che riportiamo in larga parte qua sotto:

Nelle vesti di Sindaco mi preme ricordare mauro Pistolesi per quello che ha fatto per la nostra comunità, da uomo per quello che è riuscito a trasmettermi e ad insegnarmi.

Mi riferisco a qualcosa che in realtà non ci siamo mai detti, ma che ho imparato ammirando la sua volontà di fare, il suo contagioso entusiasmo, la garbatezza dei suoi modi, la sua disponibilità a collaborare.

Da Mauro ho imparato che amare significa saper stare un passo indietro. Ed è quello che ha fatto, sia nell’impegno pubblico che l’ha sempre contraddistinto, che nella vita privata.

Mauro era un generoso e un appassionato che non ha mai ceduto alla logica dei personalismi, dell’uomo solo al comando, dell’io che viene prima del noi. Era presidente dell’Auser, un’associazione che fa molto per il nostro Comune e senza la quale avremmo difficoltà ad offrire tanti servizi alla cittadinanza.

Ebbene Mauro non ha mai rivendicato in maniera personalistica i successi delle iniziative portate avanti da Auser, anzi il suo più grande appagamento era proprio vedere la soddisfazione e i consensi che le varie attività suscitavano in chi aveva partecipato o ne aveva beneficiato. E ha sempre sottolineato come il merito di tutto questo andasse ai volontari, alla loro cortesia, alla loro capacità di rapportarsi con gli altri.

La passione con cui Mauro ha svolto il ruolo di presidente dell’Auser è la stessa con cui ha difeso i principi e i valori in cui credeva e che hanno segnato il suo impegno civile, politico e sindacale. E anche in questo caso, badate bene, Mauro non era l’uomo che saliva sul predellino o che pontificava dal palco, ma c’era, c’era sempre.

Se come cantava Gaber “libertà è partecipazione”, Mauro è stato uno degli uomini più liberi che abbia mai conosciuto. Era fiero della sua appartenenza al Sindacato della CGIL prima e dello SPI successivamente, di aver sempre parteggiato. Ha manifestato, lottato, preso parte in maniera attiva e propositiva a tutte le battaglie in cui credeva riuscendo sempre a restare al passo coi tempi, un segno di pragmatismo ed intelligenza che oggi è davvero raro. E solo un po’ di tempo fa era in piazza con Iria a Pisa con la bandiera della pace in mano a condannare l’orrore della guerra in Ucraina, ed è stato in piazza ogni anno nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le donne a chiedere un cambio di passo e nuove norme che fossero in grado di contrastare i femminicidi.

Tutto il suo impegno pubblico è stato contraddistinto da questa sua capacità di mettere amore, passione in quello che faceva sapendo stare un passo indietro. Mauro era presente a tutte le iniziative che l’amministrazione organizzava, anche quando celebravamo pubblicamente attività portate avanti dall’Auser, lui era quello che nella foto di rito stava fuori dall’inquadratura per evidenziare il lavoro degli altri.

Non ha mai anteposto gli interessi personali o quelli dell’associazione che presiedeva al bene collettivo, anzi spesso si trovava a sacrificare parte della sua vita privata per offrire servizi concreti alla nostra comunità. Era propositivo, sempre disposto a collaborare con l’Amministrazione e le sue osservazioni non erano mai fini a se stesse, ma costruttive e miravano sempre all’interesse generale. E nonostante le numerose onorificenze ricevute, ha conservato tutta l’umiltà di chi sa stare un passo indietro.

Per questo mi sento di affermare senza timore di smentita che Mauro è stato un pezzo della storia sindacale, politica e civica del nostro Comune e lo rimarrà per sempre.

Ma il precetto che amare significa saper stare un passo indietro credo che Mauro lo abbia applicato in maniera ancor più esemplare agli affetti della sua vita.

E tra tutti a quello che ha condizionato la sua intera esistenza, ovvero l’amore per Iria. Quando mi capitava di incontrare Mauro nelle nostre iniziative o fuori dal Comune era impossibile che non facesse riferimento a Iria a quello che Iria stava facendo con la Sartoria, ai progetti e alle idee che lei avrebbe voluto realizzare, alla capacità che Iria aveva di coinvolgere di suscitare empatia nelle persone attraverso parole semplici, ma spontanee e realmente sentite. E poi c’erano le battaglie politiche e sindacali affrontate insieme, ma anche le gite, i viaggi e il sostegno reciproco che non è mai venuto meno in ogni momento e in ogni circostanza, anche quelli più difficili.

Insomma erano una coppia autentica, vera. E Mauro amava realmente Iria per quella che era e per quello che era riuscita a dargli nel corso di tutta la sua vita. Tra cui una famiglia speciale che spesso ricorreva nei suoi racconti personali che si intrecciavano con le nostre conversazioni più “istituzionali”. Sergio e Carlo, due figli premurosi, i nipoti fonte di soddisfazioni continue, ma anche i parenti che gli sono stati vicini in quest’ultimo periodo di grande difficoltà dal punto di vista fisico.

Credo che a Mauro avrebbe fatto piacere ascoltare anche in questa occasione le ultime parole che Iria gli aveva dedicato ovvero ‘Ricordate sempre chi è stato Mauro. Tutta la vita è stata spesa per aiutare gli altri. Ho imparato molto da lui’.

E allora seguiamo il consiglio di Iria e ricordiamo Mauro, quello che ha fatto per la comunità, quello che è stato per ognuno di noi e quello che almeno a me è riuscito ad insegnare, ovvero che chi ama davvero, sa stare un passo indietro. Ciao Mauro”.